Online Shopping: Say Yes to Distress
September 1, 2019 | News | No Comments
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September 1, 2019 | News | No Comments
Una serata con le più belle immagini e il racconto delle loro più recenti avventure extraeuropee: la Spedizione Rock Summer 2001 in Pakistan e la spedizione della primavera del 2002 al Garet ed Djenoun, in Algeria.
Nel corso delle quali sono state realizzate due nuove vie. Ragni sul filo allOgre Thumb e Mariolino Fotonico al Garet.
Con queste sue ultime spedizioni lo storico gruppo alpinistico di Lecco, da sempre in prima fila sulle grandi montagne del mondo, ha dato il via ad un nuovo ciclo affrontando le grandi pareti rocciose con uno stile che privilegia la ricerca delle più elevate difficoltà in arrampicata libera.
La serata è organizzata dal CAI di Cermenate, con ingresso libero fino ad esaurimento posti.
September 1, 2019 | News | No Comments
Dopo il solito round comune (in due turni) aperto a tutti i partecipanti, nella finale Leoncini ha superato di stretta misura Alessandro Gandolfo giunto secondo. Mentre al terzo posto si è classificato Gianluigi Tonoli e al quarto Alberto Gnerro. Chiudeva il lotto degli otto finalisti nell’ordine di classifica finale: Valter Vighetti, Massimo Farina, Alessio Deiana e Pietro Tonoli.
Tra le donne, alle spalle della Gaggero, si sono piazzate Stefania De Grandi (seconda) e Sonia Dalfino (terza). Quindi le altre tre finaliste: Claudia Battaglia (quarta), Maura Mathieu (quinta) ed Elena Ghiso (sesta).
Ora la tabella di marcia del “Korto” prevede i prossimi appuntamenti a febbraio 2004 (il 7-8 a Parma e il 22 a Milano), mentre il quarto e ultimo raduno è per il 28 marzo ad Arco.
Classifica maschile
1. Paolo Leoncini
2. Alessandro Gandolfo
3. Gianluigi Tonoli
4. Alberto Gnerro
5. Valter Vighetti
6. Massimo Farina
7. Alessio Deiana
8. Pietro Tonoli
9. Mattia Capriuolo
10. Marco Vago
11. Alessandro Penna
12. Andrea Tosi
13. Michele Caminati
14. Emanuele Pellizzari
15. Davide Cavozza
16. Clemente Perazzo
17. Leonardo Canu
18. Vittorio Cavalca
19. Michele Moretti
20. Marco Doria
21. Stefano Orlandi
22. Andrea Costaguta
23. Dario Nani
24. Michele Campedelli
25. Saverio Soderi
Classifica femminile
1. Flavia Gaggero
2. Stefania De Grandi
3. Sonia Dalfino
4. Claudia Battaglia
5. Maura Mathieu
6. Elena Ghiso
7. Elisa Aste
8. Barbara Rossi
9. Daniela Feroleto
10. Clara Tamberi
11. Agnese Migliardi
12. Paola Perego
13. M. Elena Carpignano
14. Sara Montoli
15. Daniela Marchini
16. Daria Zaccaron
17. Lucia Ferrero
August 31, 2019 | News | No Comments
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30th Aug 2019
Last year, Kim Kardashian West helped free convicted drug trafficker, Alice Marie Johnson, 64, from prison after Johnson had spent 21 years behind bars.
Kardashian West, who is currently studying law, met with President Trump in 2018 to discuss Johnson’s release from prison. The discussion reportedly went well, because President Trump commuted Johnson’s life sentence and she was released.
But that wasn’t the end of Kardashian West and Johnson’s story. According to People, the 38-year-old has stayed in contact with Johnson, inviting Johnson’s family over for “a home-cooked meal in Calabasas” and the beauty entrepreneur also even reportedly penned the foreword in Johnson’s memoir, After Life: My Journey from Incarceration to Freedom.
And now Kardashian West has taken another step in that relationship, asking Johnson to be part of the launch campaign for her new shapewear brand, Skims Solutionwear.
In a newly-released video on the Skims Instagram account, Johnson stars in a “real women, real stories” video wearing the brand’s black sculpting bodysuit. People reports Kardashian West has more of these “real women, real stories” videos planned for the next three weeks, featuring “26 women sharing intimate stories about why they love their bodies, and how Skims enables them to feel their best”.
In the candid and touching video, Johnson introduces herself and what she’s wearing—“the sculpting bodysuit”— and then tells her story about how Kardashian West helped her.“I was serving a life plus 25-years sentence without the possibility of parole. Kim saw a video of me. She heard my story, she said ‘this is so unfair’. And by the way, I didn’t know who Kim Kardashian was. She went to war for me to fight for my freedom, that’s why I call her my ‘war angel’, because nothing stood between her and my freedom. I was set free on June the 6th 2018 and now every moment in life is precious to me,” Johnson says in the video.
Johnson continues on to say that wearing the Skims bodysuit gives her the confidence to “walk into the store [and] pick up something that I normally wouldn’t think about wearing and I can put it on, and [know] it’s going to look great on me.”
Despite a slightly rocky start to Kardashian West’s shapewear brand after she faced backlash for naming it Kimono — she recently revealed the new name Skims Solutionwear — from Johnson’s video, it looks like the brand is back on track to do what Kardashian West promised in a previous Instagram post. In the post, the entrepreneur wrote she wanted to create “shapewear and solutions for women that actually work”.
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August 31, 2019 | News | No Comments
E’ accaduto il 15 ottobre 2002 a Interprete, nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Andrea Gallo ci racconta come è andata:
Il video Hard Grit che propone le immagini delle storiche vie inglesi sull’arenaria, tutte protette in maniera naturale, sovente con sicurezza pressoché nulla, ha avuto un grosso impatto emozionale su tutta la comunità mondiale dei climbers che hanno così scoperto la realtà inglese dell’arrampicata “mentale” sul gritstone, un gioco antichissimo in Inghilterra, praticato sin dai primi del ‘900 e che ancora oggi gode di una grande considerazione tra i climbers britannici.
Dicevamo di “Hard Grit”, il mitico video che ha fatto sobbalzare più d’uno sulla sedia: grandi voli, botte in terra, stuoli di crash pad per attutire cadute al suolo da parecchi metri, chiodini e nut che saltano via, raspate di ginocchia su spigoli tondissmi, di sicuro un gioco all’opposto dell’asettica attività di falesia a cui siamo abituati, un gioco tanto accattivante quanto pericoloso.
Così l’Hard Grit é sulla bocca di tutti i climber, ma quanti finora sono stati quelli che hanno saputo raccogliere la sfida dei climbers d’oltremanica?
Un gioco al quale sembrano appassionarsi alcuni dei più visionari top italiani, come Simone Pedeferri che in Val Masino ha risolto alcuni corti ed impegnativi problemi e persino un itinerario di tre tiri, ex artificiale, “Socialmente Inutile” con difficoltà sino all’8a+ falesia e gradato sino all’E7 nella scala del rischio. Senza dimenticare l’esperienza sarda di Maurizio Oviglia e Simone Sarti sulle rocce dell’Isola di San Pietro.
Ma é il 15 ottobre 2002 che segna ufficialmente la pratica dell’Hard It anche nel centro italia. E’ successo a Interprete, Parco Nazionale dei Monti Sibillini, sospeso tra Umbria e Marche, in una giornata di classico tempo autunnale. Cielo terso spazzato dal vento, colori forti della foresta che cambia… questo per i climbers significa anche aderenza, grande aderenza: é il momento!
Flashback Primavera 2002: un viaggio in Inghilterra ed é la folgorazione. Mauro Calibani, Amanda Bellina e Stefano Romanucci volano nelle vicinanze di Sheffield alla ricerca dei passaggi di bouldering resi famosi dalle tante foto sulle riviste a dai video, così per Mauro, risolti in brevissimo tempo famosi test come Brad Pitt (FB 8a), ecco la rivelazione: sopra ai massi ci sono le falesie, piene di linee e vuote di spit. Mauro non si lascia intimorire, salta completamente l’apprendistato e dopo pochi giri in top rope si porta a casa le salite di Renegade Master E7 7a e Messiah E6 6c; ovvero due tra le più serie vie della zona, un bell’inizio, non c’é che dire.
Così tornato a casa ecco che la linea scovata ad Interprete diventa un pensiero ricorrente, ma la stagione calda avanza ed il gioco é troppo serio per rischiare, visto che la roccia accetta solo alcuni piccoli nut ed un friend #4 in alto a proteggere la sequenza chiave lavorando con sole due camme; visto che di sicurezza vera e propria non si può parlare, almeno dell’aderenza non si può fare a meno.
15 ottobre 2002, è il Giorno. Mauro non sembra per nulla disturbato dalla presenza di tanti spettatori, due fotografi, due cameramen, amici, assicuratori (per la via), tutti lì ad aspettare il momento che a fine pomeriggio finalmente arriva, sono due-tre minuti, non di più, intensissimi.
Mauro sale con una disinvoltura sconcertante questo splendido diedro aperto, per arrivare ad un buco svasato dove alloggia il friend per continuare sulla sequenza chiave, un classico problema di blocco che qui si gioca senza rete o quasi. Ristabilimento sulla placca e voilà, ecco “Is not always Pasqua” E9 7a per dirla all’inglese, 7c+ in scala blocchi Fb o 8b falesia per gli amanti dei numeri.
Ma la giornata non é finita, subito dopo é il turno di Roberto Fantozzi che nello stesso stile si porta a casa la vicina linea di “Your bad dad”, versione inglese de ‘li mortacci…’ che con un bel E7 6c (7a bloc o 7b/c ) falesia é già un bel giochino. Quindi segue un emozionante tentativo a vista da parte di Stefano Romanucci che riesce al secondo tentativo seguito dallo stesso Mauro, non ancora al pieno di adrenalina.
Un bel gruppetto, non c’é che dire, ora sembra che siano tutti volati in Inghilterra…
A seguire.
Andrea Gallo
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August 31, 2019 | News | No Comments
La manifestazione, che s’inquadra nella Campagna “Estate sicura in montagna” promossa dal Ministero dell’Interno, si svolgerà in località Vallunga di Selva di Val Gardena, sulla parete dello “Stevia” sovrastante il Centro. Saranno presenti i rappresentanti di alcuni tra i più importanti organi d’informazione scritta e televisiva nazionale e provinciale, e personalità Amministrazioni locali, con incarichi di responsabilità nei settori del soccorso di montagna.
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August 31, 2019 | News | No Comments
Alle 13,30 italiane Silvio Mondinelli e Karl Unterchirker sono arrivati in vetta al K2 seguiti alle 14,15 (17,15 local time) da Walter Nones, Michele Compagnoni e Ugo Giacomelli. Attorno alle 17.50 (local time), sono arrivati anche gli spagnoli Edurne Pasaban, Juanito Oiarzabal, Juan Vallejo e Mikel Zabalza della spedizione “Al filo de lo imposible. Per la salita dal Campo 4 hanno impiegato circa 14-15 ore. Era dal 2001 che nessuno metteva piede sulla vetta del K2.
Per Silvio Mondinelli il K2 è l’11° Ottomila salito, per Karl Unterkircher è arrivata l’accoppiata “Everest più K2” nel giro di due mesi, per Walter Nones come per Ugo Giacomelli è il primo 8000, mentre per Michele Compagnoni, nipote di Achille Compagnoni (primo salitore con Lino lacedelli della Grande montagna) è certamente un’indimenticabile appuntamento anche con la propria storia personale.
Da segnalare che Edurne Pasaban, al suo 7° Ottomila, è la prima donna spagnola in vetta al K2.
Tutto il Gruppo degli Scoiattoli di Cortina – che con Mario Dibona, Renato Sottsass, Marco Da Pozzo e Renzo Benedetti, domani tenterà a sua volta la vetta partendo dal Campo 4 installato sulla Spalla del K2 – si congratula con gli alpinisti che oggi sono saliti in vetta alla seconda montagna per altezza della terra. Un particolare pensiero va a Walter Nones che gli Scoiattoli hanno imparato a conoscere e stimare nei tre anni in cui ha prestato servizio nel Soccorso Alpino dei Carabinieri, proprio a Cortina d’Ampezzo.
Ora agli alpinisti devono affrontare la discesa, e come scrive nel sito di Silvio Mondinelli la moglie Idel: “La grande gioia per la vetta raggiunta non potrà però essere assaporata appieno finché non avranno fatto ritorno al campo base. La fatica non è ancora finita; la discesa rimane sempre unimpresa impegnativa ”. Insieme aspetteremo il loro rientro al Campo 4 e poi al Campo base per festeggiarli.
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August 31, 2019 | News | No Comments
Nella tappa spagnola Mrazek ha trovato nel francese Gerome Pouvreau (2°) e nello spagnolo Patxi Usobiaga (3°) i rivali più pericolosi, con Usobiaga che si è presentato come migliore dei finalisti dopo il turno di semifinale. Solo 8° invece è terminato Alexander Chabot che mantiene il 2° posto in classifica generale ma perde terreno nei confronti di Mrazek (83 punti di scarto) anche se mantiene un buon margine (55 punti) dal più diretto inseguitore, lo svizzero Lachat, che pur classificandosi al 9° posto a Marbella resta 3° nel ranking generale della Coppa. Peggio di lui ha fatto senz’altro Ramon Julian Puigblanque che, con il 17° posto, è rimasto fuori dalla finale ed ora è 5° nella classifica generale. Invece, una piccola ma interessante novità della gara spagnola sono stati i piazzamenti, a ridosso del podio, di Klemen Becan (SLO), Mikaël Fuselier (FRA) e Juraj Repcik (SVK) che hanno conquistato, rispettivamente, il 4°, 5° e 6° posto di tappa davanti ad un Dino Lagni ritornato sulla pista mondiale con una prestazione davvero positiva. Per gli altri italiani in gara – detto di un Crespi regolarmente finalista e alla fine 9° – troviamo Brenna al 14° posto, Gnerro 19°, Zardini 31°.
In gara femminile grande patos per il duello di superfinale che ha spareggiato Muriel Sarkany e Martina Cufar, finalmente all’altezza del suo potenziale e del suo rendimento di qualche anno fa. Muriel alla fine ottiene la sua seconda vittoria consecutiva in questa Coppa 2004, bissando il successo di Chamonix e consolidando la sua leadership che la vede saldamente al comando alla classifica del Trofeo. 82 punti, infatti, dividono ora la belga dalla sua più temibile avversaria, Angela Eiter, vincitrice del Rock Master 2004 ma a Marbella solo 7a. E’ chiaro: Sarkany, che ha disertato il Master di Arco, punta tutto sulla vittoria della sua terza World Cup… e se è vero che il cammino è ancora lungo è altrettanto vero che i favori dei pronostici sono tutti per lei. Come sono tutte per Jenny Lavarda le speranze italiane. A Jenny l’aria d’Espagna fa bene e il 5° posto di Marbella, in coabitazione con la svizzera Eyer, la conferma al 3° posto della classifica di Coppa, insieme con la campionessa europea Bettina Schöpf. Per la classifica di tappa, infine, vanno menzionati il 3° posto dell’austriaca Barbara Bacher e il 4° posto di Caroline Ciavaldini, a riprova che tra le donne, molto più che in gara maschile, le posizioni a ridosso del podio si alternano di gara in gara.
Prossima tappa: la Cina, alla conquista del “mercato” più conteso del terzo millenio!
Classifica maschile – Marbella
Classifica femminile – Marbella
Nella foto dall’alto: Alexandre Chabot
foto top30.es
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August 31, 2019 | News | No Comments
E’ successo stamattina alle 13,00 (ora pakistana): Romano Benet e Nives Meroi sono arrivati in vetta al K2. Da soli sono sbucati in cima agli 8611m più famosi dell’alpinismo (non solo italiano). Ancora, e come sempre, solo loro due insieme sulla cima di un Ottomila. Ce l’hanno fatta Nives e Romano, alla loro terza volta sulla montagna “viva”. Dopo quel 1994 che ha segnato il loro esordio di “coppia” degli 8000, proprio sul K2, con la nuova via da nord che si è arrestata (per impraticabilità del “terreno” a un centinaio di metri d’aria dalla cima. E dopo quel 2004 che li aveva visti (sempre da nord) tentare il lato più ostico della Grande montagna.
Ci sono riusciti ora, dunque. Al loro terzo giro sul Chogori, salendo lo Sperone Abruzzi, la storica prima via degli italiani. Ce l’hanno fatta all’ultimo, con un vero e proprio blitz giunto quasi a tempo scaduto. Dopo le immancabili giornate di brutto tempo che hanno rallentato, e poi fermato, questi interminabili giorni della spedizione. Dopo che la bufera aveva impazzato sui fianchi del K2 “mangiando” molte delle tende dei campi alti.
Sono arrivati da soli, dopo che, una dopo l’altra, le tre cordate americane impegnate con loro sulla montagna si erano ritirate. E dopo che anche i loro compagni di avventura, Mario Cedolin e Roberto Alloi, erano stati costretti a scendere. Ora Romano e Nives sono già tornati al Campo 4 da dove sono partiti stanotte per il loro tentativo. Poi, domani, affronteranno il lungo ritorno al Campo base.
E’ la prima vetta del K2 dal 2004. E’ la prima volta che la vetta del K2 si apre a qualcuno dall’anno del 50° anniversario della prima salita, quando la seconda montagna per altezza della terra concesse (inaspettatamente) una finestra di bel tempo per un piccolo record di salite. E’ toccato a Nives e Romano rompere l’incantesimo, anzi forse il K2 li ha guardati anche con un po’ d’affetto questo volta. Pensiamo al loro sorriso (dev’essere immenso). Inshallah, avrà sicuramente pensato Nives… Che non vuol dire proprio “era ora”. A proposito, incidentalmente è il loro nono Ottomila di coppia, con il Dhaulagiri il secondo dell’anno.
NIVES E ROMANO SULLA VETTA DEL K2!
Erano circa le 13 ora locale quando al CB Mario e Roberto hanno sentito gracchiare la radio… cima, cima. Tre secondi di vita e il walkie non ha concesso compromessi. Una seconda comunicazione alle 16 quando, arrivati al C4, Nives e Roman hanno potuto recuperare un paio di batterie di scorta e dare la comunicazione definitiva. Un sospiro di sollievo e la certezza di una vetta, ammirata ed agognata. La realizzazione di un obiettivo perseguito dal 1991. Ora si trovano a 7800 m, ove trascorreranno la notte. Tuttavia siamo ancora a metà dell’opera e
Un’impresa d’altri tempi. Due persone comuni, marito e moglie, due amanti della montagna, due non-professionisti che, armati unicamente della loro stessa passione e dei pochi mezzi a disposizione, sono riusciti in breve tempo a concretizzare un sogno. E poi Nives, magnifica, incoronata con questo gesto la prima donna italiana a raggiungere la vetta del K2, quella che lei stessa è solita definire “la Montagna per Eccellenza”.
Non è stata cosa facile, lo sappiamo, la salita del K2. Completamente soli in parete, hanno lottato sin dall’inizio contro la fatica, le insidie, la sfortuna, lo scoramento. Ma alla fine ciò che è prevalso è stato quel sentimento umano di speranza e di volontà che ha detto loro: “muoviti, questa è la tua occasione”. E così siamo a nove. Nove cime da 8000 metri assaporate, una ad una, all’insegna di uno stile puro, leggero, non ricorrendo all’ausilio di ossigeno supplementare, a corde o campi fissi, all’aiuto dei portatori d’alta quota. Una storia romantica di due eroi romantici. Il resto ce lo racconteranno loro stessi.
“Non la forza, ma la costanza di un alto sentimento fa gli uomini superiori” (F.Nietzche)
Leila Meroi
tutto il diario della spedizione su: nives.alpinizem.net
Nelle foto: Il K2; salita al Campo 1 (ph arch. Benet-Meroi)
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August 31, 2019 | News | No Comments
Alien Carnage è (ovviamente) il primo 8c+ per Adam, ma di recente il ragazzino prodigio dell’arrampicata ha salito una lista infinita di vie, sia rotpunkt sia a vista, in tutta Europa, inclusa “Mascherina 8c” nella Grotta dellAeronauta a Sperlonga.
Resta da dire poi che la sua performance a-vista sull’8b di “Neun Leben” nel Frankenjura (Germania) è stata talmente impressionante da essere riconosciuta, dalla Club Alpino Ceco, come la “Migliore Salita del 2005”. Un riconoscumento che Adam condivide con il suo connazionale e campione del mondo Tomas Mrazek per la sua a-vista di Pata Negra (8c), a Rodellar in Spagna, che ha meritato la citazione di “Miglior Salita 2005 con lode”.
L’8c+ di Alien Carnage fu salito per la prima volta nel 1999 dal tedesco Christian Bindhammer, ed è stata ripetuto da alcuni top climber, incluso Dai Koyamada, Yuji Hirayama e i nostri Severino Scassa e Cristian Brenna.
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